I Romani

I Romani

"dopo aver tentato invano l'assalto della collina di fronte e aver visto che da quella parte non era possibile giungere al nemico, [Claudio Nerone] prelevò alcune coorti dall'ala destra, le condusse dietro lo schieramento delle legioni romane, e piombò sul fianco destro nemico." – Tito Livio, Ab Urbe condita, XXXVII, 48, 12

Gli eserciti romani che affrontarono Asdrubale al Metauro furono ben tre: due armate consolari, guidate rispettivamente da Marco Livio Salinatore e da Gaio Claudio Nerone, e l’assai più modesto contingente del pretore Lucio Porcio Licinio, che aveva tallonato dappresso Asdrubale, tormentandone la marcia ma sempre evitando lo scontro frontale, da quando il condottiero cartaginese aveva cominciato a muoversi dalla Gallia Cisalpina verso il Piceno. Se Asdrubale era a conoscenza della presenza delle forze di Salinatore e di Porcio, era d’altro canto completamente ignaro del fatto che ad esse si fossero unite quelle di Nerone, che a tappe forzate ed in gran segreto erano giunte appositamente dal Sannio. Quando si rese conto di dover affrontare un numero soverchiante di nemici, Asdrubale tentò di disimpegnarsi, ma tradito dalle guide che dovevano condurlo a guadare il Metauro, fu costretto ad affrontare tutti e tre i contingenti nemici in campo aperto. Furono proprio i legionari di Nerone, affatto fiaccati dalle marce forzate, ad essere la chiave di volta dello scontro, con la loro celebre manovra di aggiramento che li portò ad abbattersi sul fianco destro e alle spalle dell’esercito punico.